Abbiamo già accennato al fatto che la tecnologia sia comparsa con l’essere umano, tanto da essere considerata un tratto distintivo della nostra specie. Il balzo in avanti più significativo dei nostri progenitori preistorici corrisponde alla scoperta e al padroneggiamento del fuoco. Fu quello un momento cruciale per la nostra evoluzione, che 10.000 anni fa ci trasformò da cacciatori-raccoglitori nomadi in agricoltori e allevatori sedentari.
Una fissa dimora, animali addomesticati, campi coltivati: questi servirono a creare i primi villaggi e poi le città, le prime forme di società moderna che conosciamo. La tecnologia è diventata quindi uno strumento al servizio delle attività artigianali (filatura), di produzione del cibo, di realizzazione degli utensili (estrazione e lavorazione dei metalli, creazione della ruota, dei vasi di terracotta, dei carri da trasporto).
I progressi in ambito architettonico e ingegneristico si devono agli antichi Greci e Romani, maestri nella costruzione di templi, palazzi e opere pubbliche quali ponti e acquedotti. Nel Medioevo Arabi e Cinesi furono protagonisti delle scoperte in ambito algebrico e astronomico. Intorno al 1700 l’Europa diede vita alla prima rivoluzione industriale con la creazione delle macchine a vapore alimentate dal carbone che trasformarono la società di allora, riorganizzandone le abitudini (e creando il proletariato).
Una seconda rivoluzione guidata dalla crescente egemonia degli Stati Uniti consistette nelle conquiste in campo scientifico: materiali come l’acciaio e fonti energetiche sempre più efficienti per produrre l’elettricità cambiarono ancora il volto del mondo occidentale… e non solo.
La scoperta del petrolio definì ulteriormente le caratteristiche della società moderna, che nel frattempo aveva avuto modo di padroneggiare l’energia atomica e di inventare internet. Insomma, di dare il definitivo via a quella che oggi chiamiamo globalizzazione.